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Immagina di incontrare un vecchio amico e scoprire che sua madre anziana ha bisogno di cure continue, ma trovare un posto in una struttura pubblica è impossibile e una privata costa una fortuna. O di sentire al bar qualcuno lamentarsi che la pensione di invalidità non basta nemmeno per un caffè.

Queste non sono storie inventate, ma situazioni reali che ci mostrano una verità scomoda: lo stato assistenziale, in Italia, non è più quello di una volta. Non è un'affermazione forte, ma un dato di fatto basato su ciò che vediamo e sui numeri. E ora ti spiego perché.

Cos'è lo stato assistenziale?

Parliamo dell'insieme di aiuti pubblici per chi si trova in difficoltà. L'idea è che le persone più fragili meritino supporto. Oggi, voglio concentrarmi sugli eventi invalidanti e su come lo Stato risponde. Ci sono due tipi di aiuti: economici e di servizi.

La domanda è semplice: a quali prestazioni può accedere oggi una persona in difficoltà? Cosa le offre lo Stato per vivere dignitosamente?

Le prestazioni economiche: numeri che fanno riflettere

Partiamo dagli aiuti economici. La legge è un po' complicata, ma cerco di semplificare.

Se una persona è invalida e non può lavorare né provvedere a sé stessa, lo Stato le riconosce un assegno mensile, anche se non ha mai versato contributi. Nel 2025, questa prestazione è di soli 336 euro al mese. Hai letto bene. E non solo, ci sono anche limiti di reddito: se hai un piccolo affitto o qualche risparmio, potresti non ricevere nemmeno questa cifra.

E se la persona ha lavorato e versato contributi? Qui il calcolo è più complesso, dipende da quanto versato e dall'età. Ad esempio, un cinquantenne che ha versato contributi per 25 anni e guadagnava 40.000 euro lordi all'anno, in caso di grave invalidità, vedrebbe la sua pensione ridotta del 75% rispetto all'ultimo reddito. In pratica, non può più lavorare e prende solo un quarto di quello che prendeva prima.

Abbastanza per capire la situazione, vero?

I Servizi Sociali e Socio-Sanitari: promesse non mantenute?

Oltre agli aiuti economici, lo Stato dovrebbe fornire servizi, soprattutto socio-sanitari e di assistenza alla persona. Dico "dovrebbe" perché, come avrai intuito, spesso questi servizi mancano o sono insufficienti.

Anche qui, qualche dato: in Italia ci sono circa 4 milioni di Over 65 non autosufficienti. I comuni dovrebbero erogare servizi residenziali (case di riposo), semi-residenziali (strutture diurne) e domiciliari (assistenza a casa, la cosiddetta "ADI", Assistenza Domiciliare Integrata).

Sai quante persone hanno accesso a questi servizi, a cui avrebbero diritto? Lo dice una recente indagine condotta da Bocconi.

  1. Servizi domiciliari: solo il 22% degli aventi diritto. Il 78% resta fuori.
  2. Servizi residenziali: solo il 7%. Il 93% resta fuori.
  3. Servizi semi-residenziali: praticamente nessuno: lo 0,5%. 199 su 200 aventi diritto restano fuori.

L'Articolo 32 della Costituzione garantisce cure gratuite agli indigenti, ma i dati ci mostrano una realtà scoraggiante, che ci costringe a usare risorse private dove invece ci si aspetterebbero quelle pubbliche.

Il futuro demografico e il rischio del collasso

Un'ultima riflessione. I recenti dati ISTAT del 2024 sulla demografia italiana sono chiari: nascite ai minimi storici e una popolazione sempre più anziana. Oggi, ci sono due Over 65 per ogni Under 15.

Di fronte a questo declino, mi chiedo: se già oggi lo Stato sociale non basta, cosa succederà nei prossimi anni quando il rapporto tra anziani e giovani sarà di tre a uno? Come possiamo pensare che la situazione non peggiori a livello di prestazioni assistenziali?

Queste sono domande retoriche, con una risposta purtroppo già scritta. Ma troppo spesso, facciamo finta di non vedere.

Sono certo che tu, invece, questa rivoluzione la vedi e la comprendi. Magari fai fatica a capire come affrontarla, quali soluzioni adottare. Ebbene, ho una buona notizia: puoi fare molto, e puoi farlo subito!

Le soluzioni esistono. Nel deserto di un Welfare in difficoltà, puoi trovare la tua oasi. Dipende solo da te, dalla qualità delle tue decisioni e dal tempismo con cui le prenderai.

Per questo sono qui: per mettere a tua disposizione le mie competenze, in un mondo che cambia costantemente e che richiede approcci nuovi e soluzioni concrete.

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